#abbraccioempatico un qualchecosa che nasce quando sei…
Quando nasce l’dea di dipingere un abbraccio utilizzando il proprio corpo, nasce poi un abbraccioempatico e di conseguenza, nascono poi tutta una serie di cose: una mostra di pittura, un backstage fotografico e il racconto di Luisa Izzillo.
Izzy si racconta
Fin da quando ho iniziato a dipingere, ho cercato di imprimere nella tela le mie emozioni, ciò che vivevo di positivo nella mia vita.
Chi mi conosce sa che reagisco positivamente agli avvenimenti della vita, perciò quello che desidero rappresentare sono le sensazioni positive che mi si imprimono addosso e poi le trasferisco nelle tele.
Oggi ho incentrato il mio lavoro sulle sensazioni che mi rimangono addosso dopo un abbraccio, ciò che mi arriva attraverso il contatto con l’altra persona.
Ci sono molti tipi di abbracci, oggi vi voglio parlare di quello “empatico” dove il contatto fisico e mentale si uniscono e viene ricambiato, esso può essere con un figlio, con i genitori, con un amico.
Ma quello che ho rappresentato nelle mie opere è quello con una persona speciale, importante, forse l’abbraccio più forte ma più precario e sempre in un equilibrio instabile.
Nell’abbraccio quello che io voglio sentire, assaporare, annusare sono i corpi e i cuori che si fondono e devono diventare uno solo, muoversi e battere all’unisono.
Da questa immagine sono partita per l’elaborazione del mio lavoro DONNA – UOMO, IL BIANCO E IL NERO, i due mondi opposti, i due colori contrari che danzano insieme con scambi reciproci di energia vitale.
La DONNA BIANCA perchè per me brilla di luce propria e illumina lo spazio dell’uomo che ho rappresentato in nero.
Ho scelto di mettermi in gioco con il mio corpo, di non usare il pennello come mezzo di trasferimento delle emozioni tra me e la tela, ma di utilizzare direttamente la mia pelle come e quella di un altra persona per imprimere le emozioni che ti si attaccano sull’epidermide e di trasporle immediatamente nella tela.
La tela diventa il contatto dei corpi, come le lenzuola diventano la testimonianza di un momento. Le sensazioni rimangono sospese nell’aria fino a quando la tela non le assorbe in essa.
La scelta di essere nudi nelle immagini è una scelta ponderata e non casuale, perchè l’abbraccio è quel momento che ti mette a nudo, davanti l’altra persona ti abbassa le difese e ti rende fragile.
Tutto questo lavoro di abbraccioempatico viene raccontato con un backstage fotografico, dove la visione extracorporea congela quello che rimane del dopo abbraccio. Attimi del lavoro, come lavoro stesso, il colore sulla pelle che vedete nelle foto diventa quello che ne rimane delle sensazioni dell’altra persona e quello che mi rimane addosso, quello che assorbo sparisce dalla pelle. Le crepe rappresentano il mio vissuto di un momento o il vissuto dell’altra persona che dopo un abbraccioempatico hanno perso ogni pudore e mostrano come i corpi si sfogliano e lasciano vedere quello che resta delle armature che crollano e si dissolvono nell’aria. Luisa Izzillo
#abbraccioempatico: bacsktage